Secondo un’indagine condotta dal Crea sulla redditività delle aziende del settore agroalimentare durante la pandemia, il nostro Paese ha registrato una riduzione netta del reddito agricolo/ettaro e zootecnico/capo allevato, in misura comunque più limitata rispetto agli altri Stati europei, a testimonianza del fatto che il settore ha saputo resistere meglio all’onda d’urto provocata dall’emergenza sanitaria. Tuttavia, a farne le spese maggiori è stato il comparto zootecnico. Lo studio infatti evidenzia che in uno scenario con il Pil in calo dell’1,5%, il reddito agricolo è sceso dell’1,8%, mentre quello zootecnico del 3%: nella Ue rispettivamente -3% e -5%. A fronte di un calo doppio del Pil, quindi del 3%, raddoppia anche la contrazione della redditività nei due segmenti produttivi.
La flessione è pronunciata soprattutto nel comparto dei bovini. Nel settore dei bovini da latte il reddito agricolo/ettaro è sceso del 3,2% mentre quello zootecnico/capo ha registrato un -6,4%, comunque inferiori alla media europea. Per la produzione di bovini da carne il reddito/capo è sceso dell’1,9% e del 3,9% nei due scenari. Simile l’andamento in Irlanda e in Olanda, ma migliore rispetto alla Francia, alla Polonia e al Portogallo. In linea con gli altri 26 Paesi della Ue l’insieme aggregato degli altri animali: -24% reddito agricolo/ettaro e -47% reddito zootecnico/capo allevato.